LAVORO – Accreditati a Fsba 375 mln per erogare la Cig ai dipendenti dell’artigianato
Sono stati accreditati oggi al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato 375 milioni per le prestazioni di sostegno al reddito dei dipendenti delle imprese artigiane in sospensione dal lavoro ‘per Covid-19’. Il trasferimento a Fsba era atteso da metà agosto, ripetutamente sollecitato da Confartigianato. Ora il Fondo proseguirà con estrema celerità con l’erogazione delle prestazioni già da tempo avviata. “Ma le risorse rese disponibili oggi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – serviranno a liquidare parte delle prestazioni dovute ai lavoratori fino al 12 luglio. Mancano ancora 50 milioni, già stanziati nel Decreto Rilancio. Confartigianato continuerà la battaglia per ottenere il rapido trasferimento anche di queste risorse alle casse di Fsba”.
ELEZIONI ENASARCO – Ottimo risultato per la lista di Confartigianato ‘Artènasarco’
Ottimo risultato per la lista di Confartigianato Artènasarco alle elezioni, concluse ieri, per rinnovare l’assemblea dei delegati della Fondazione Enasarco, l’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio. L’impegno profuso in questi mesi dai candidati espressione delle Associazioni del Sistema Confederale ha consentito di ottenere 3021 voti alla lista e l’elezione di 3,8 seggi in Assemblea. Su base di questi risultati, Confartigianato potrà esprimere, per la prima volta, un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Enasarco. Obiettivo raggiunto quindi per una sfida che ha visto Confartigianato mobilitata per contribuire al rinnovamento e al potenziamento della governance di Enasarco all’insegna della trasparenza e della qualità dei servizi offerti ad agenti e imprenditori.
ARTIBICI 2020 – Corre la bike economy made in Italy. Al top nell’Ue per export: 1.776.300 bici vendute nel 2019
Le biciclette italiane sono tra le più amate nel mondo. Siamo primi nell’Ue per il numero di bici, 1.776.300, vendute all’estero nel 2019, per un valore complessivo (che comprende anche la componentistica) di 609 milioni e una crescita del 15,2% rispetto all’anno precedente. Battiamo tutti i Paesi per la quota di esportazioni di selle, pari al 53,9% del totale a livello mondiale.
I record della bike economy italiana sono descritti da Confartigianato nella 5° edizione del Rapporto Artibici 2020, presentato oggi a ‘Citemos’, il Festival Nazionale Città della Tecnologia per la Mobilità Sostenibile organizzato da Confartigianato a Vicenza.
I primati delle biciclette made in Italy si devono alle 3.128 imprese del settore (produzione, riparazione e noleggio) aumentate del 3,2% negli ultimi 5 anni, che danno lavoro a 7.409 addetti e generano un fatturato di 1.032 milioni. Un piccolo ma agguerrito ‘esercito’ in cui dominano gli artigiani con 1.981 aziende e 3.514 addetti.
Dopo la battuta d’arresto dei mesi di lockdown, a giugno e luglio la produzione italiana di biciclette ha ripreso vigore con uno sprint del +20,2% rispetto allo scorso anno. Tra le province con la maggiore vocazione produttiva ‘ciclistica’ spiccano ai primi tre posti Bolzano, Sondrio, Forlì-Cesena. A livello regionale il podio spetta al Trentino Alto Adige, all’Emilia Romagna e al Veneto.
“Nella produzione e manutenzione di biciclette – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – gli imprenditori artigiani hanno saputo far rinascere e rilanciare l’eccellenza della manifattura made in Italy, conquistando i mercati internazionali con la capacità di trasformare ogni ‘pezzo’ della bici, dalla sella al pedale alle ruote, in un sofisticato capolavoro di creatività, talento, tradizione e innovazione”.
Tra i migliori clienti esteri delle nostre biciclette vi è la Francia, che lo scorso anno ne ha acquistate per 121 milioni, seguita dalla Germania (100 milioni) e dalla Spagna (46 milioni).
Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza anche la crescita delle vendite all’estero di bici elettriche: nel 2019 il nostro export, pari a 58 milioni, è aumentato del 37% e anche nel primo semestre di quest’anno il trend è in crescita del 30,6%.
La passione per la bicicletta ha contagiato anche gli italiani: sono 1.003.000 le persone che nel 2019 l’hanno usata per andare al lavoro e a scuola, sfruttando anche i 4.568 kilometri di piste ciclabili. Le regioni con la maggiore intensità di utilizzo di bici in rapporto agli abitanti sono il Trentino Alto Adige, il Veneto e l’Emilia Romagna.
MEDIA – Confartigianato su Il Sole 24 Ore: “Lo smart working della Pa frena l’accesso delle piccole imprese ai servizi pubblici”
Il 69% delle micro e piccole imprese lamenta grandi difficoltà per accedere ai servizi pubblici dopo il lockdown. E’ il risultato di un sondaggio condotto da Confartigianato su oltre 3mila imprenditori associati rilanciato oggi da Il Sole 24 Ore in un ampio servizio di primo piano dedicato agli effetti dello smart working nella Pubblica amministrazione. Il quotidiano economico riserva ampio spazio alla rilevazione di Confartigianato e al commento del Presidente Giorgio Merletti. “Le criticità denunciate dalle piccole imprese nella nostra rilevazione – sottolinea Merletti – dimostrano che la Pa deve ristrutturarsi e riorganizzarsi per consentire ai dipendenti pubblici di svolgere i propri compiti in modo efficiente, pur operando in smart working. Non è tollerabile che, oltre alle difficoltà della crisi, gli imprenditori debbano subire anche questi problemi di accesso ai servizi pubblici. Così lo smart working della Pa finisce per diventare lavoro da casa, comodo per chi lo fa ma con effetti negativi per imprenditori e cittadini utenti. C’è tanto da migliorare sul fronte della digitalizzazione. Durante i mesi più drammatici dell’emergenza Covid, la gestione dei flussi di big data da parte della Pa avrebbe consentito di rendere più efficaci e rapidi gli interventi nei confronti delle imprese. Ma così non è stato. Lo testimonia quanto avvenuto nell’erogazione dei contributi alle imprese: la Pa pur possedendo i dati degli imprenditori obbligati dal 2019 alla fatturazione elettronica, non li ha utilizzati, imponendo agli imprenditori lunghe trafile burocratiche per dimostrare requisiti di ricavi e fatturati che la Pa già conosceva”.
MODA – Confartigianato torna in passerella con White, a Milano artigianato protagonista della ripresa
Il Covid-19 non ha fermato la voglia di ripartire del settore moda. Una delle dimostrazioni è il successo della nuova edizione di White Milano, che si conferma anno dopo anno tra i principali eventi di tutto lo scenario europeo. Più di 5mila i visitatori che hanno raggiunto i due spazi di via Tortona nel rispetto totale di tutte le misure di sicurezza per il contrasto al contagioda Covid-19. Oltre 200 le imprese, 32 le realtà sostenibili, 9 gli eventi e le installazioni nei negozi del distretto della moda e del design per Milano Loves Italy, 40 presentazioni digitali per il B2B, oltre al ricco programma di talk con focus sul retail e la sostenibilità. Tutto questo è stato lo show di White Milano, organizzato dal 24 al 27 settembre con il patrocinio del Comune di Milano, in collaborazione con Confartigianato e col supporto di ICE Agenzia e Maeci.
“Un’edizione complessa che ha dimostrato la resilienza delle aziende e del mercato italiano, oltre alla capacità organizzativa e all’approccio visionario che ha saputo trovare soluzioni inedite e nuove progettualità per avviare la ripresa economica dell’intero settore – ha sottolineato Massimiliano Bizzi, ideatore del White – Siamo riusciti nel miracolo, Milano sta reagendo e abbiamo dimostrato con questa edizione coraggiosa che le reali sinergie di sistema possono funzionare. Per questo credo che Milano Loves Italy sarà importante nel nostro futuro”. Principale novità di questa edizione, il marchio nasce con la volontà di reagire alla crisi economica e di aggregare tutti i protagonisti della moda milanese: enti di settore, produttori, buyers, rappresentanti. Un unico coordinamento per “unire le forze e percepire l’atmosfera e la voglia di ripresa con gli espositori che si sono uniti a noi con coraggio per poter aprire questa edizione. Questo ci ha dimostrato che la strategia intrapresa è stata corretta e ci ha premiato grazie a una strategia completa tra collaborazioni, progetti speciali ed eventi”, ha aggiunto Bizzi.
“Confartigianato Imprese, Camera nazionale della Moda e WHITE rappresentano insieme il 95% delle aziende della moda del Paese e quasi la totalità del fatturato e degli addetti impiegati nel settore – ha ricordato Fabio Pietrella, Presidente di Confartigianato Moda. Molte di queste PMI sono anche le aziende produttrici dei grandi marchi internazionali e detengono quel know-how che la gran parte dei paesi esteri ci invidia e che rappresenta la ricchezza del nostro territorio”.
Il Covid-19 si è abbattuto sull’intero settore, uno dei più importanti del manifatturiero italiano, che stava facendo registrare numeri di crescita importanti, soprattutto all’estero. “Il settore della moda è fortemente dipendente dall’export, basti pensare che l’Italia è tra i primi Paesi esportatori della moda maschile in Europa – ha denunciato Giuseppe Mazzarella, delegato di Confartigianato all’internazionalizzazione e all’export – Nei primi sette mesi del 2020 le esportazioni della moda sono scese del 24,3%, performance peggiore rispetto al calo del 14% del totale del manifatturiero. Nei cinque mesi del Covid-19 le imprese della Moda hanno diminuito le vendite all’estero per 8,3 miliardi di export, pari ad una perdita di 55 milioni al giorno. Un andamento che vogliamo invertire immediatamente anche grazie a iniziative innovative e coraggiose come il White e Milano Loves Italy”.
STUDI – Spesa R&S nelle MPI +15,8%, ritmo doppio della media. Con la velocità delle piccole imprese target Ue raggiunto in 3 anni
Le attività di ricerca e sviluppo (R&S) rappresentano una variabile chiave per la valutazione della competitività dei sistemi economici, consentendo di incorporare elevati contenuti di conoscenza nella produzione di beni e servizi, con impatti positivi sul grado di innovazione e sulla produttività. Le spesa in R&S attiva una domanda di lavoro con una elevata qualificazione: nelle imprese la quota di addetti alla R&S con laurea e post laurea è del 45,9%, il doppio del 23,1% relativo al totale degli occupati in Italia.
Spesa R&S, un gap con l’UE da recuperare – Rispetto all’obiettivo generale della Strategia Europa 2020, “per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile”, che prevede di aumentare gli investimenti pubblici e privati in R&S nell’Unione fino a un livello del 3% del Pil, l’Italia si è posta come obiettivo il raggiungimento – nel 2020 – di un livello di spesa in R&S in rapporto al Pil pari all’1,5%. Nel 2018 la spesa per ricerca e sviluppo è all’1,43% del PIL, sensibilmente inferiore alla media UE del 2,11% del PIL. Nell’ambito dei piani da finanziare con Next Generation EU, il documento contente le linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza, varato dal Governo a metà settembre, indica tra gli obiettivi quello di “portare la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) al di sopra della media UE”. Un obiettivo ambizioso, ma che sarebbe raggiungibile, in una fase normale di ciclo economico, in soli tre anni se le risorse complessive per la ricerca in Italia crescessero con lo stesso ritmo registrato dalle micro e piccole imprese, come documentiamo qui di seguito.
Spesa R&S più dinamica nelle micro e piccole imprese – L’analisi dell’ultimo report dell’Istat evidenzia che nel 2018 la spesa in ricerca e sviluppo è salita a 25,2 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. Sono le imprese a trainare tale dinamica, con una spesa di 15,9 miliardi di euro, pari al 63,1% della spesa complessiva.
Il segmento dimensionale maggiormente dinamico è quello delle piccole imprese che segnano un aumento del 15,8% della spesa in R&S, superiore di oltre otto punti al +7,4% registrato dalla media delle imprese. Le medie imprese segnano un aumento della spesa del 9,3% mentre per le grandi il tasso di crescita si ferma al 4,6%. Crescita più contenuta per la spesa dell’Università (+2,6%) mentre è in flessione del 2,1% la spesa delle istituzioni private non profit.
Il migliore andamento nelle MPI si conferma anche nel lungo periodo: tra il 2013 e il 2018 la spesa in ricerca e sviluppo delle MPI sale al ritmo del 18,5% all’anno, a fronte del +12% delle medie imprese e il +3,2% delle grandi imprese. La quota degli investimenti in R&S delle MPI è più contenuta rispetto ad altri variabili strutturali, ma segna una vistosa crescita, passando dal 10,3% del 2013 al 17,3% del 2018. Le MPI spiegano oltre un terzo (35,5%) della maggiore spesa in R&S nell’arco del quinquennio in esame.
La crescente spesa per R&S contribuisce alla maggiore presenza di piccole imprese innovative che sono il 35% del totale e sono salite di oltre sei punti rispetto al 28,7% della precedente rilevazione. Come è ben noto nella letteratura economica italiana e internazionale, l’attività innovativa delle micro, piccole e medie imprese non è spiegabile solo dagli indicatori comunemente impiegati, ma vi sono fattori che non entrano nella contabilizzazione delle spese formali per R&S ma sono compresi in altre voci del conto economico, tra i quali prevalgono i costi di prototipazione e quelli per nuovi materiali.
L’analisi dell’Ufficio Studi questa settimana su QE-Quotidiano Energia e il focus sui driver della ripresa e gli investimenti di Next Generation EU nel 15° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Ripartire, impresa possibile’.