ANAEPA – superbonus 110% tra opportunità e prudenza, un volano per l’edilizia
Il Superbonus 110%, introdotto quest’anno con il decreto Rilancio, rappresenta una sfida per riqualificare il territorio partendo dal valore della “casa”, dichiara Arnaldo Redaelli, Presidente Nazionale di ANAEPA Confartigianato Edilizia. L’incalzare della nuova normativa sulle detrazioni, da un lato ha reso certamente più complesso lo scenario delle agevolazioni, dall’altro può favorire le condizioni per eseguire interventi sistematici basati su analisi specifiche e finalizzati ad un reale recupero del tessuto urbano che, in Italia, è costituito per oltre il 90% da immobili che si collocano in classe energetica G, rappresentando con la sua inefficienza oltre il 30% delle emissioni inquinanti del Paese.
In Italia tre famiglie su quattro vivono in una casa di proprietà, per cui è facile immaginare l’attività di riqualificazione del patrimonio edilizio come un volano per la ripartenza del sistema economico, attraverso le agevolazioni fiscali sugli interventi di efficienza energetica, di consolidamento strutturale, di ristrutturazione e restauro ma anche di sola manutenzione.
La materia impone competenze e una fattiva collaborazione per consentite alle imprese di metter in campo tutti gli adempimenti dando ai cittadini l’opportunità di “rifare la casa a costo zero”.
Il processo non è facile e ANAEPA Confartigianato Edilizia svolge un ruolo fondamentale: ovvero quello di supportare le imprese esecutrici nella formulazione delle soluzioni più idonee nel rispetto della normativa. L’esperienza maturata ai vari livelli e il costante aggiornamento sulle disposizioni vigenti ha reso l’associazione un punto di riferimento puntuale e qualificato.
Le imprese artigiane sono prevalentemente micro-imprese che operano secondo il principio di prossimità: nel territorio le persone instaurano rapporti basati sulla fiducia e attraverso la creazione di una collaborazione tra gli operatori coinvolti, si esprime il valore del saper fare il lavoro a regola d’arte.
Sulla base di queste motivazioni sono stati attivati, presso le sedi territoriali, sportelli dedicati, a disposizione dei cittadini e delle imprese del comparto.
AUTOTRASPORTO – la Ministra Paola De Micheli a Confartigianato Trasporti: Siete settore strategico del Paese
“In questi mesi tutta l’Italia si è resa conto di cosa rappresenta l’autotrasporto nel nostro Paese e della fatica quotidiana che sopportate nell’esercitare la vostra attività quotidiana. Quando l’Italia era ferma, voi avete garantito a tutti il trasporto e la consegna dei beni essenziali. Terrò alta l’attenzione sul settore perché non vorrei che in un futuro ritorno alla normalità venisse derubricato il vostro ruolo strategico”.
Sono le parole che la Ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, ha rivolto ai dirigenti nazionali di Confartigianato Trasporti, intervenendo il 30 ottobre alla riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione. La Ministra ha sottolineato le misure di carattere emergenziale e strutturale per il settore dell’autotrasporto: sblocco delle deduzioni forfettarie, incremento di 50 milioni nel 2021 del fondo per investire nel rinnovo dei veicoli, attivazione di risorse per la rottamazione dei mezzi. In particolare, ha sottolineato l’importanza dell’incremento delle risorse per il rimborso dei pedaggi, “in quest’anno così faticoso per i rischi legati all’aumento dei costi e alla riscossione dei crediti in una filiera lunga che non sempre agisce nel rispetto del diritto di essere pagati nei tempi previsti dal contratto”.
La Ministra De Micheli ha poi finalmente annunciato di aver dato specifiche indicazioni al Direttore generale per il trasporto stradale e l’intermodalità di pubblicare già nei prossimi giorni i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio, misura da tempo attesa dai trasportatori quale strumento a vantaggio della regolarità del mercato e per la tutela della sicurezza stradale e sociale, su cui Confartigianato Trasporti ha condotto una forte battaglia sindacale.
Paola De Micheli ha inoltre ribadito l’assoluta contrarietà alla proposta di incremento delle accise sul gasolio, recependo le indicazioni di Confartigianato trasporti, che nelle scorse settimane si è spesa contro ogni provvedimento punitivo sul tema. “Continuerò a battermi – ha detto la Ministra – perché non possiamo imporre misure che rappresentano dei disincentivi per la transizione ecologica fino a quando non avremo garantito la sostenibilità economica e la transizione per tutti i comparti che verrebbero disincentivati. Le due cose devono andare insieme. Altrimenti pagheranno lavoratori e aziende che già si assumono i rischi in un settore che ha molte complessità”. “Abbiamo chiesto – ha aggiunto – la proroga delle misure ferrobonus e marebonus e abbiamo attivato in maniera informale un negoziato con l’Unione europea per poter spostare sull’autotrasporto i benefici che attualmente sono concentrati sugli operatori ferroviari e marittimi”.
“C’è molto lavoro da fare, molte misure dovranno essere prorogate. Siamo ancora in una situazione emergenziale molto forte – ha concluso la Ministra – che avrà effetti sull’economia anche nel 2021. Bisogna essere attenti ad allocare le risorse in modo intelligente e a spenderle nella maniera più veloce possibile”.
La Ministra, infine, nel ringraziare il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani e tutta l’Associazione per la proficua interlocuzione avviata, ha affermato: “So che mi aiuterete in questa attività, proseguendo nel dialogo virtuoso che abbiamo avviato per raggiungere gli obiettivi di garantire la sostenibilità ambientale ed economica”.
STUDI – a settembre Made in Italy extra UE ritorna in positivo. Export settori MPI vale 53,4 miliardi € + 58% in dieci anni
L’ondata autunnale dei contagi da coronavirus potrebbe compromettere la ripresa in corso. Come evidenziato in una nostra recente analisi, una recrudescenza dei contagi da Covid-19 tra ottobre di quest’anno e gennaio 2021, con restrizioni parziali della mobilità e delle attività economiche e un rallentamento della domanda mondiale a seguito di una evoluzione sfavorevole dell’epidemia, porterebbero all’economia italiana maggiori perdite di PIL di 1,5 punti nel 2020 e di ulteriori 3,3 punti nel 2021. Circa un quarto della minore crescita sarebbe determinato dalla minore domanda estera, pari ad una perdita di PIL nel biennio di 20 miliardi di euro: 3,2 miliardi di euro nel 2020 e 16,8 miliardi nel 2021.
La reazione delle imprese italiane alla crisi Covid-19, e la loro capacità di competere sui mercati internazionali è confermata dall’analisi dei dati pubblicati ieri dall’Istat: a settembre 2020, l’export verso i paesi extra Ue segna un nuovo rialzo, pari all’8,3% su base mensile, diffuso a tutti i raggruppamenti principali di industrie, e torna a crescere su base annua (+3,0%) per la prima volta da febbraio 2020. Sulla dinamica positiva influiscono le vendite di elevato impatto della cantieristica navale verso gli Stati Uniti, al netto delle quali si stima una crescita congiunturale meno ampia (+4,3%) e una lieve flessione tendenziale (-0,7%). Ristagna (-1,4%) la domanda per i beni di consumo.
In relazione ai mercati di destinazione, a settembre 2020 di registra una crescita a doppia cifra dell’export verso la Cina con +33% (totalizzando un calo del 7,6% nei primi nove mesi del 2020), Svizzera con +15,7% (-6,8% nei primi nove mesi) e Usa con +11,1% (-7,5% nei primi nove mesi).
L’export nei settori di micro e piccola impresa – alimentare, moda, gioielleria, occhialeria, prodotti in metalli, legno e mobili – nei paesi extra Ue vale 53,4 miliardi di euro (ultimi 12 mesi a luglio 2020), pari al 44,1% dell’export totale.
Il trend di lungo periodo – In dieci anni l’export extra Ue nei settori MPI sale del 57,5%, pari ad un tasso di crescita del 4,6% medio all’anno, e più accentuato rispetto al +41% dell’export totale, equivalente al +3,4% annuo. Il peso dell’export extra UE è salito di 4,7 punti. Traina la crescita il food made in Italy che, nel periodo in esame, segna un raddoppio (+97,5%) delle esportazioni. Aumenti consistenti, ma inferiori alla media, per moda (+38,1%) e mobili (+32,4%).
Nei paesi extra Ue, l’export diretto delle micro e piccole imprese manifatturiere italiane vale 1,4% punti di PIL, superiore a quello dei maggiori competitor: in Spagna le MPI manifatturiere esportano direttamente lo 0,6% del PIL, la Germania lo 0,4% e la Francia lo 0,6%.
In valore assoluto le MPI italiane hanno venduto direttamente nei paesi extra Ue per 24,5 miliardi di euro, più del doppio dei 12,0 miliardi di euro delle omologhe tedesche, ed è pari a quello delle MPI di Germania, Francia e Spagna e messe insieme. Le MPI della Spagna vendono in mercati esterni all’Unione europea per 7,4 miliardi di euro e quelle della Francia per 12,7 miliardi di euro.
Una analisi dettagliata dell’apporto delle MPI al commercio estero è contenuta nel 15° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Ripartire, impresa possibile’. Clicca qui per scaricarlo.
TRASPORTI – Mancano 15.000 autisti. Confartigianato Trasporti a Radio24: Ricreare le condizioni per rilanciare il comparto
L’autotrasporto sta facendo i conti ormai da anni con un’emergenza che sta diventando strutturale: mancano autisti di mezzi pesanti. Il fenomeno riguarda tutta l’Europa e in Italia si stima un fabbisogno di 15.000 autotrasportatori che non trova risposta. Il Segretario nazionale di Confartigianato Trasporti, Sergio Lo Monte, ha commentato ai microfoni di Due di Denari su Radio 24Ore i numeri di questa crisi di vocazioni, un problema delicato per un Paese manifatturiero come l’Italia, in cui le merci transitano principalmente su gomma. “Noi ci stiamo interrogando anche con le istituzioni perché dobbiamo dirlo: la professione di autotrasportatore non è più appetibile per le nuove generazioni. Il mestiere è indubbiamente impegnativo, ma i mezzi non sono certo quelli di un tempo, eppure i giovani sembrano aver perso interesse per questa attività. Bisogna rimettere in moto quelle condizioni che dagli anni ’50 in poi hanno favorito la crescita del comparto e dato il via allo sviluppo economico del Paese”.
STUDI – Nuovi target UE riduzione emissioni CO2: +12,3% investimenti green, 32,9% in abitazioni: 985 mila MPI in filiera casa
La recrudescenza dei contagi da coronavirus sta aumentando l’incertezza e rischia di interrompere il miglioramento in corso del clima di fiducia, fattore essenziale per consumi e investimenti, tra cui anche quelli green. Come emerso da una nostra recente analisi, a settembre 2020 l’aumento di fiducia dei consumatori si associata ad una elevata propensione delle famiglie alla ristrutturazione delle abitazioni, anche grazie al superbonus. L’incentivo fiscale varato a maggio con il DL ‘Rilancio’ – su cui, però, gravano alcune criticità applicative – attiva risorse per 2,3 miliardi all’anno e integra il portafoglio delle detrazioni fiscali per la casa. Nel 2019 le detrazioni per recupero edilizio sostengono investimenti per 25,7 miliardi di euro, mentre quelle relative all’ecobonus incentivano spese per ulteriori 3,5 miliardi di euro, queste ultime in aumento del 4,1% rispetto al 2018. L’ecobonus determina un risparmio di energia per 1.253,9 GWh/anno, con un aumento dell’8,6% rispetto all’anno prima.
Le abitazioni rappresentano l’ambito chiave su cui si gioca la partita della riduzione delle emissioni nel prossimo decennio, come emerge dal report dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia – qui la pillola video – pubblicato in occasione dell’apertura della Settimana per l’Energia promossa da Confartigianato Lombardia e il patrocinio di Regione Lombardia. Gli edifici generano, direttamente e indirettamente, il 39% delle emissioni e il settore residenziale è fortemente coinvolto dagli interventi per raggiungere il nuovo target di riduzione del 55% delle emissioni. Se prendiamo a riferimento gli investimenti aggiuntivi calcolati dalla Commissione europea per contenere le emissioni di CO2, si stima che l’economia italiana riceverà una accelerazione degli investimenti del 12,3%, con un maggiore flusso di 39,7 miliardi di euro all’anno, di cui il 32,9%, pari a 13 miliardi di euro all’anno, nel settore residenziale.
Gli interventi sostenuti dagli incentivi fiscali interessa un’ampia platea di micro e piccole imprese: nella filiera della casa operano 985 mila micro e piccole imprese con 1 milione 930 mila addetti, pari all’88% dell’intera filiera. Nel dettaglio il 60,1% degli addetti delle MPI delle filiera si riferisce alle costruzioni – di cui 39,4% edilizia e 20,7% installazione di impianti – seguito dal 26,7% di immobiliare e servizi professionali e il 13,2% dell’indotto manifatturiero composto dai settori di prodotti in legno, materiali da costruzione, cemento, calce e gesso, lavorazione delle pietre ed elementi da costruzione in metallo.
I segnali di ripresa – Il settore edilizio mostra segnali di ripresa, dopo aver registrato pesanti effetti negativi nella crisi Covid-19 della scorsa primavera: l’esame dei dati pubblicati giovedì scorso dall’Istat evidenzia che la produzione delle costruzioni di agosto 2020, al netto della stagionalità, risale e torna sopra ai livelli medi del primo bimestre 2020, periodo antecedente alla pandemia di Covid-19. Nonostante il recupero in corso, però, la crisi conseguente all’emergenza sanitaria ha lasciato un segno pesante sui conti economici delle imprese: nei primi 8 mesi del 2020 il comparto delle Costruzioni in Italia ha perso il 14,3% della produzione – in valore si tratta di 16 miliardi di euro in meno – un calo più ampio di oltre sei punti rispetto al -8,1% della media dell’Eurozona.