Confartigianato Impianti e Cna Installazione di Impianti, le principali organizzazioni di categoria del settore impiantistico, si sono rivolte al Ministero dell’Interno, al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero dello Sviluppo Economico per tutelare il settore messo a rischio da un prossimo provvedimento normativo che introduce nuovi e aggiuntivi requisiti professionali.
Si tratta della proposta di decreto nota come “Decreto Controlli” predisposto “in attuazione dell’articolo 46, comma 3 lettera a punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, i criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, delle attrezzature e degli altri sistemi di sicurezza antincendio”.
“In pratica – spiega Dario Dalla Costa, Presidente di Confartigianato Impianti – nel dare attuazione ad una precisa indicazione contenuta nel Testo Unico della Sicurezza, il legislatore, anziché definire le procedure tecniche organizzative per effettuare i controlli e le manutenzioni degli impianti antincendio, introduce, senza avere una delega di legge, una vera e propria disciplina di selezione di imprese ed operatori, i quali sarebbero legittimati ad operare unicamente se in possesso dei requisiti di qualificazione e formazione puntualmente indicati nella bozza di decreto. Non tenendo in considerazione che il settore degli impianti è già ampliamente regolato da oltre trent’anni, prima con la legge 46/1990 e poi con il D.M. 37/2008 che contiene una precisa disciplina relativa ai requisiti che le imprese devono possedere per poter essere “abilitate” a lavorare sugli “impianti di protezione antincendio”, come previsto dall’articolo 1, comma 2, lettera g)”.
“Il provvedimento – sottolinea ancora il Presidente Dalla Costa – non va certo nella direzione della semplificazione e dell’efficacia della norma perché introduce un ulteriore sistema di accertamento delle competenze che appare particolarmente complesso ed oneroso, senza peraltro apportare elementi evidenti di miglioramento delle condizioni di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. E se l’iter normativo dovesse procedere senza i necessari aggiustamenti, saremo costretti, nostro malgrado, a procedere con l’eventuale impugnazione del decreto”.