Il settore del wedding – che, assieme a quello di eventi, cerimonie e ricorrenze di vario genere, ha subito in misura maggiore gli effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus – ha una rilevanza strategica nella nostra regione che è la quarta nel Paese per numero di matrimoni celebrati ogni 1.000 abitanti sopra i 16 anni di età nel 2019. Parliamo di una media di 7.900 matrimoni celebrati ogni anno negli ultimi 5 anni (2015-2019) precedenti allo scoppio della Crisi Covid-19. A livello nazionale nell’anno della pandemia (2020) si rileva un decremento del numero di matrimoni del -47,5%. A parità di trend è possibile stimare che sono 3.400 in meno i matrimoni celebrati in Calabria nel 2020, si tratta di 64 matrimoni in meno alla settimana. Secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria nella nostra regione si contano 17.528 imprese totali nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding, pari al 9,3% dell’intero sistema imprenditoriale presente nella regione. Due imprese su cinque del settore (6.768) sono artigiane.
“Nei confini del settore cerimonie e wedding rientrano imprese che operano in svariati campi di attività – Organizzazione, Location, catering e intrattenimento; Partecipazioni, fotografi e videomaker; Capelli, abiti, fedi e accessori; e Fiori, bomboniere, lista nozze e viaggio di nozze – e conseguentemente il peso relativo di matrimoni e altre cerimonie sul fatturato totale di queste imprese varia notevolmente, per alcune è del 100% e per altre mostra una dimensione più contenuta – spiega Confartigianato Imprese Calabria -. All’interno di questi 5 ambiti si individuano 30 settori economici di cui alcuni sono fortemente specializzati in cerimonie e wedding – agenzie matrimoniali, quelle che operano nell’organizzazione di feste e cerimonie, wedding planner, altre rappresentazioni artistiche (musicisti, cantanti), vendita bomboniere e fotografi – presentando una più accentuata dipendenza rispetto ad altri settori per cui cerimonie e wedding rappresentano un importante, ma non unico, segmento di mercato. In generale comunque tutti questi comparti sono stati penalizzati, seppur in misura diversa, dalla riduzione, oltre che di matrimoni, anche di eventi, congressi, fiere e attività culturale e di attrazione turistica”. Tra i settori coinvolti, quindi, quelli ad elevata vocazione artigiana sono: Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici (93,0% totale imprese), Oreficeria gioielleria orologeria (89,3%), Attività fotografiche (86,3%), Legatoria e servizi annessi (78,3%), Confezione di altro abbigliamento esterno (76,1%), Gelaterie e pasticcerie (75,6%), Produzione di pasticceria fresca (75,0%), Fabbricazione di altri articoli nca (fabbricazione di cesti floreali, bouquet e corone di fiori artificiali o secchi, colorazione di fiori, fabb. di candele, ..) (75,0%), Altra stampa (69,2%), Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente (56,8%) e Confezioni varie e accessori per l’abbigliamento (52,9%). Nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding operano complessivamente 36.505 occupati, pari al 10% degli addetti totali e la dimensione media di queste imprese è di 1,79 addetti per impresa (in linea con la dimensione media dell’intero sistema produttivo di 1,89 addetti/impresa). A livello provinciale le imprese rientranti in questa perimetrazione sono 6.775 in provincia di Cosenza, di cui 37,7% artigiane, 4.626 a Reggio Calabria, di cui 41,9% artigiane, 3.334 a Catanzaro, di cui 38,7% artigiane, 1.484 a Crotone, di cui 32,7% artigiane e 1.309 a Vibo Valentia, di cui 38,2% artigiane.
“La riapertura prevista dal Governo centrale con la ripartenza delle cerimonie dal 15 giugno fa sperare per una ripresa – afferma il Presidente dei Fotografi di Confartigianato Imprese Calabria Sebastiano Aloia, – anche se ci vorrà del tempo per recuperare le importanti perdite subite dal settore che in Calabria si basa su micro realtà che hanno dovuto fare i conti con i pochi ristori stanziati. Tra l’altro, non dimentichiamo che i matrimoni che saranno celebrati nei prossimi mesi sono quelli rinviati dal 2020 e con l’incertezza che vi è stata fino a pochi giorni fa sulle riaperture, pochi sono i nuovi matrimoni organizzati. A tale proposito, per sostenere il settore duramente colpito sarebbe interessante mettere in campo un meccanismo di incentivazione regionale, come fatto in altre realtà, che avrebbe certamente risvolti anche sul piano del turismo. Auspichiamo che la regione possa farsi carico di questa problematica e convochi nel breve un tavolo tecnico per valutare la fattibilità di una simile iniziativa”.