Si può fare di meglio per rivitalizzare il sistema dei piccoli centri nei territori italiani. Il ‘Piano Nazionale Borghi’ previsto dal PNRR, soprattutto nella misura dei Borghi-pilota, non coglie l’importanza delle aree vaste come necessario fulcro dei progetti di riqualificazione.
E’ il giudizio di Confartigianato secondo la quale nel PNRR il coinvolgimento degli artigiani e delle micro e piccole imprese, dell’’imprenditoria diffusa’, che rappresentano il 99,3% del tessuto produttivo dei territori italiani e sono caposaldi delle comunità locali, è fondamentale per centrare l’obiettivo di rigenerazione sociale e culturale che passa anche certamente dalla presenza di un tessuto produttivo e di servizi vivo.
Il Piano Borghi va pertanto migliorato, utilizzando il contributo di proposte degli imprenditori, dei sindaci e di chi vive e lavora nei territori che l’iniziativa del Governo intende rilanciare.
In particolare, Confartigianato esprime perplessità sulla scelta di individuare soltanto 21 borghi, in base a criteri definiti dalle regioni e non omogenei, ai quali attribuire ingenti risorse (ben 20 milioni di euro ciascuno) per progetti ancora poco chiari di riqualificazione e ripopolamento. In questo modo, secondo la Confederazione, oltre al rischio di esporre questi centri a dinamiche speculative, non si riconosce il sistema di interdipendenze fra piccoli paesi vicini che ha storicamente caratterizzato l’identità culturale, sociale ed economica dei nostri territori. Il rischio è quello di allontanare ancora di più le micro località destinatarie del Piano Borghi, che spesso sono addirittura frazioni di paesi, dai territori vicini e circostanti, indebolendo ulteriormente i legami di comunità che connotano aree più vaste.
STUDI: Da investimenti in costruzioni +1,8 punti di PIL nel 2021
I conti nazionali pubblicati ieri dall’Istat certificano il ruolo di driver della ripresa del settore delle costruzioni. Nel 2021 gli investimenti in costruzioni trainano la ripresa, segnando un aumento record del 22,3%; dopo un calo del 6,7% nell’anno dello scoppio della pandemia, gli investimenti in abitazioni e opere edilizie si collocano sopra del 14,1% rispetto al 2019, recuperando i livelli precedenti al 2011, anno dello scoppio della crisi del debito sovrano che portò, con gli interventi di politica fiscale pro-ciclici, i maggiori danni proprio ai settori dell’edilizia e dell’immobiliare.
A fronte di un aumento del PIL di 6,6%, si calcola che 1,8 punti di tale crescita deriva proprio dagli investimenti in costruzioni. L’impulso dell’edilizia alla ripresa è stato coadiuvato dagli interventi finanziati con il superbonus, che secondo il monitoraggio dell’Enea e Mite pubblicato stamane, al 1° marzo hanno cumulato investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione per 14.772 milioni di euro. Mantenere il tono della crescita delle costruzioni rimane una priorità di politica economica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente aggravamento della crisi energetica. Vediamo i motivi di questa opzione di policy.
1/ edilizia energy saving sul lato della domanda e dell’offerta
L’economia italiana deve risparmiare energia. Sul lato della domanda, gli interventi finanziati con il superbonus e l’ecobonus consentono di risparmiare elettricità e gas consumati dalle famiglie. Sul fronte dell’offerta, l’attività delle costruzioni presenta, rispetto agli altri macro-settori, un più basso utilizzo di energia per unità di valore aggiunto creato
2/ crisi internazionale penalizza il made in Italy e la manifattura
Dopo che nel 2021 l’export ha recuperato ampiamente i livelli pre-crisi, il rallentamento del commercio internazionale e la riduzione del valore aggiunto determinato dallo scoppio della guerra russo-ucraina, dai rincari delle materie prime e dall’aumento dei costi dell’energia ridurrà il contributo della manifattura alla crescita.
3/ consumi spiazzati dal caro-energia e domanda turistica debole penalizzano i servizi
Le stime preliminari sui prezzi pubblicate questa settimana dall’Istat indicano un’accelerazione dei prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%. La spesa dei bilanci famigliari assorbita da elettricità, gas e carburanti, voci di spesa maggiormente rigide rispetto alle variazioni di prezzo, determinerà una riduzione dei volumi di spesa per consumi non energetici, penalizzando il settore del commercio, dei trasporti, dell’alloggio e ristorazione. La stagione turistica estiva subirà le conseguenze della guerra e delle sanzioni.
4/ creazione di posti di lavoro stabili
Nelle condizioni di incertezza determinate dalla pandemia, amplificate dalla grave crisi internazionale in corso, la domanda di lavoro privilegia i contratti a termine. Le costruzioni, al contrario, sono il settore che presenta la quota più elevata di posti di lavoro creati a tempo indeterminato.
AUTOTRASPORTO: Clausola gasolio sia obbligatoria per adeguare costo trasporto merci a rincari
Nell’arco dell’ultimo anno il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è rincarato del 20,7%, con un impatto di maggiori costi pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci.
Una batosta che si scarica interamente sui margini di profitto e sul valore aggiunto aziendale, considerato che i prezzi alla produzione nel trasporto merci, al terzo trimestre 2021, sono in calo dell’1,2% rispetto ad un anno prima.
A ribadire l’allarme sulla crescita, rilevata dall’Ufficio studi di Confartigianato, dei prezzi del carburante più diffuso per i mezzi pesanti è il Segretario nazionale di Confartigianato Trasporti Sergio Lo Monte, intervenuto il 28 febbraio in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato e il 1° marzo in audizione alla Commissione Trasporti della Camera.
Lo Monte ha sottolineato l’impegno della Viceministra alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibili Teresa Bellanova per mettere a disposizione del settore risorse aggiuntive per compensare parte dei maggiori costi sostenuti in questa difficile fase, così come aver avviato il percorso che si pone l’obiettivo di definire quelle norme necessarie alla categoria per ottenere un riequilibrio degli assetti di mercato e i giusti correttivi delle condizioni contrattuali.
Tuttavia, il Segretario nazionale di Confartigianato Trasporti ritiene fondamentale che si arrivi alla definizione di regole che dovranno garantire una maggiore ed effettiva tutela delle imprese di autotrasporto, con particolare riferimento alla disciplina di una clausola di adeguamento dei costi di trasporto al costo del gasolio, oltre che alla questione delle soste e all’applicazione del nuovo regolamento europeo.
“Il confronto dei giorni scorsi con la Vice Ministra Bellanova – ha detto Lo Monte – ha fornito alcune risposte economiche alle imprese di autotrasporto merci per tamponare l’emergenza e compensare l’impennata dei costi aziendali. Ora però, per affrontare la crisi del settore, attendiamo che l’avvio del “Tavolo delle regole” concretizzi quelle norme, certe ed esigibili, fondamentali per risolvere le criticità strutturali”.
Tra le misure sollecitate da Confartigianato Trasporti, oggetto della trattativa in atto col Governo, che lo stesso Esecutivo si è impegnato ad inserire in un provvedimento da varare nei prossimi giorni, vi è al primo posto l’esigibilità della ‘clausola gasolio’ rendendola obbligatoria nei contratti scritti e verbali di trasporto merci per adeguare in modo automatico il costo del trasporto agli aumenti del costo del gasolio superiori al 2% rispetto al valore preso a riferimento al momento della sottoscrizione del contratto.
Confartigianato Trasporti sollecita inoltre il ripristino dei costi obbligatori per i contratti verbali, con aggiornamento costante dei valori indicativi di riferimento pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, il rafforzamento della norma sui termini di pagamento, con l’individuazione certa di un’autorità di controllo per l’applicabilità delle sanzioni previste, la regolamentazione efficace delle soste e delle attese al carico e scarico merci, con certezza della sanzione per il mancato rispetto delle disposizioni in materia.
ALIMENTAZIONE: Le imprese di Confartigianato si preparano a CIBUS
Il mondo dell’agroalimentare made in Italy si prepara alla 21° edizione di CIBUS, il salone internazionale dell’alimentazione in programma a Parma dal 3 al 6 maggio 2022. Confartigianato Imprese Alimentazione, con la collaborazione di Confexport, sta organizzando un’esposizione collettiva per le imprese associate, con l’opportunità di poter partecipare ad una delle più importanti manifestazioni di settore a condizioni estremamente vantaggiose e con tutta la forza e il supporto del Sistema Confartigianato. Più di 3mila espositori attesi, 70mila gli addetti ai lavoratori che raggiungeranno gli spazi della Fiera di Parma per scoprire le novità le tendenze del settore tra esibizioni, incontri e i tanti workshop in programma.
REVISIONI: Caos nei centri di controllo: il MIMS sospende la fornitura dei tagliandi per la revisione. ANARA chiede l’abolizione dell’adempimento
Senza alcun preavviso, il Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili ha disposto, a partire dal 17 febbraio 2022, la cessazione della fornitura delle etichette adesive che si applicano sulla carta di circolazione per confermare l’esito della revisione e il contestuale approvvigionamento dei nuovi tagliandi a totale carico delle officine private.
Lo denunciano, in una lettera inviata al Direttore Generale Motorizzazione, Pasquale D’Anzi, Confartigianato ANARA e le altre due principali sigle dell’autoriparazione. “Il provvedimento – è scritto nella lettera – ha colto di sorpresa le aziende del settore sia per le modalità con cui è stato introdotto, senza alcun preavviso per gli operatori direttamente interessati, sia sul piano sostanziale in quanto trasferisce impropriamente ai centri di controllo un onere che spetta alla Motorizzazione”. Infatti, “nell’ambito delle voci di spesa che compongono la tariffa revisioni, l’importo di euro 10,20, a titolo di diritti dovuti alla Motorizzazione, ricomprende anche i costi legati alla fornitura delle etichette da parte della Motorizzazione stessa, costi che ora non possono essere riversati ingiustamente sui centri di controllo, andando ad assorbire e vanificare, di fatto, il beneficio del recente adeguamento tariffario atteso da tempo dal settore e indispensabile per la sostenibilità economica delle imprese”.
Ma i problemi causati dal MIMS alle imprese del settore, con il cambio in corsa di una procedura consolidata, non si ferma al piano economico, ma impatta direttamente sull’operatività dei centri di controllo, che dall’oggi al domani devono trovare canali alternativi per dotarsi delle etichette ormai non più in consegna da parte degli Uffici della Motorizzazione. Una tegola pesantissima, che “sta pregiudicando l’operatività dei centri di controllo e la continuità del servizio revisioni, con gravi ripercussioni non solo sulle imprese del comparto, ma anche per l’utenza e la sicurezza della circolazione stradale.”
Le tre organizzazioni non si limitano alla denuncia, ma propongono una semplificazione delle procedure che passa attraverso l’abolizione dell’obbligo di apposizione delle etichette per l’aggiornamento della carta di circolazione. Un adempimento antistorico e ridondante se si considera che “per certificare l’esito della revisione del veicolo” basterebbe “la sola emissione del certificato di revisione, documento in sé già completo ed esaustivo che contiene tutti i dati necessari e corretti, tra cui il codice dell’azienda e il codice antifalsificazione. Ciò in analogia a quanto disposto in campo assicurativo, con il superamento dell’attestato sostituito dal certificato di assicurazione dei veicoli quale unico documento”.
FINANZIAMENTI: DAL SIMEST FONDO PERDUTO PER LE FIERE
Simest sostiene al 100% i costi delle imprese per la partecipazione alle fiere nazionali ed internazionali, con una quota del 40% a fondo perduto, dedicata alla generalità delle imprese (società di capitali, società di persone, ditta individuali).
Questa è una delle tre misure previste (le altre due riguardano la transizione digitale ed ecologica e lo sviluppo di piattaforme e-commerce) le cui domande potranno presentarsi fino al 31 MAGGIO 2022.
MIDA 2022: Dal 23 Aprile al 1 Maggio, alla Fortezza da Basso di Firenze, l’86ª Mostra Internazionale dell’Artigianato
Dal 23 Aprile al 1 Maggio 2022, nei padiglioni espositivi della Fortezza da Basso di Firenze si svolgerà l’86esima edizione di MIDA, la Mostra Internazionale dell’Artigianato.
Con i suoi 100.000 visitatori e 500 espositori registrati all’ultima edizione in presenza, MIDA si conferma come uno dei principali eventi, a livello nazionale ed internazionale, dedicato al mondo dell’artigianato artistico.
MIDA 2022 sarà un’edizione ricca di novità che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza per espositori e visitatori, continuerà, sotto la direzione artistica di Jean Blanchaert, gallerista e critico d’arte appassionato e profondo conoscitore di artigianato artistico, il suo percorso attorno a tre linee guida: qualità, innovazione, sostenibilità.
Artex- Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, collabora attivamente con Firenze Fiera nell’organizzazione della Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze.
In questo contesto Artex è in grado di organizzare la partecipazione delle imprese di vostro riferimento a MIDA, sia in forma individuale che collettiva, garantendo loro, oltre alla necessaria assistenza, la presenza nei padiglioni e nelle aree espositive idonee a valorizzare le loro caratteristiche, sia che si tratti di aziende orientate ad una produzione di tipo tradizionale, che di aziende con una spiccata tendenza al design e all’innovazione, ivi comprese le aziende del settore agroalimentare.
ORAFI: 18 KARATI GOLD & FASHION N. 217
Si invia il link della versione online della rivista 18 KARATI GOLD & FASHION N. 217 FEB/MAR. 2022, che dedica le pagine pag. 46 (sommario) e 80-81-82 a Confartigianato Imprese.
https://www.18karati.net/flip217/18KT217.html