“4,5 milioni di artigiani, di micro e piccole imprese italiane, con 11 milioni di addetti, sono il motore del made in Italy che va alimentato con il carburante della fiducia. Noi usiamo l’intelligenza artigiana per costruire un futuro sostenibile. Ma abbiamo bisogno di un ambiente favorevole al fare impresa”. E’ l’appello che il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ha lanciato all’Assemblea della Confederazione svoltasi ieri a Roma alla presenza di 1500 persone, tra delegati del Sistema Confartigianato, esponenti del Parlamento, del Governo, delle forze economiche e sociali.
Le parole del Presidente Granelli hanno trovato risposta nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel videomessaggio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e nell’intervento del Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto.
Il Presidente Marco Granelli, nella sua relazione, ha sottolineato: “Noi piccoli imprenditori creiamo lavoro, siamo produttivi e sostenibili, investiamo in innovazione, esportiamo. Nei prossimi tre mesi copriremo il 60% del totale delle assunzioni previste dalle imprese, il 66% delle nostre aziende è impegnato a ridurre l’impatto sull’ambiente della loro attività, le nostre esportazioni valgono 60 miliardi, superiamo le grandi aziende nella crescita di investimenti in innovazione. La piccola impresa è sostenibile per definizione, attenta più di ogni altra a salvaguardare il territorio in cui opera, a ridurre gli sprechi e a valorizzare le relazioni umane nelle comunità. È protagonista dell’economia circolare, alla quale contribuisce in modo importante, sia come occupazione, sia come fatturato. La politica deve riconoscere concretamente questo nostro ruolo di costruttori di futuro, eliminando i tanti ostacoli che frenano l nostri sforzi per agganciare la ripresa. Riconosciamo al Governo l’impegno per riformare il contesto in cui si muovono le imprese, ad esempio sui fronti del fisco e della burocrazia, per cercare un equilibrio, anche con la manovra economica, tra le scelte di rigore e le regole di bilancio europee e le opzioni per la crescita, per dare attuazione al Pnrr”. “Tuttavia – ha messo in guardia il Presidente di Confartigianato – c’è ancora molto da fare per liberare le nostre energie. Chiediamo un fisco equo e sostenibile, perché oggi paghiamo 28,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media europea. Basta con la burocrazia, che ci costa 16,8 miliardi di mancata crescita. Il denaro ci costa troppo: in un anno, a causa della stretta monetaria e del caro-tassi, abbiamo dovuto sborsare 7 miliardi e mezzo. Per finanziare i nostri progetti di sviluppo serve una banca pubblica dedicata alle micro e piccole imprese e il Fondo centrale di garanzia deve sostenere chi merita credito. Le risorse del Pnrr vanno usate anche per sostenere i nostri investimenti in tecnologia e innovazione, rinforzando il programma Transizione 4.0 e la Nuova Sabatini. Servono nuove politiche formative e incentivi all’apprendistato perché le nostre imprese possono creare lavoro ma mancano i lavoratori. Lo scorso anno abbiamo avuto difficoltà a reperirne ben 1,4 milioni. Siamo alla ricerca del talento perduto: la carenza di manodopera ci sottrae 10,2 miliardi di valore aggiunto. E nel frattempo 1 milione e mezzo di giovani non si offrono sul mercato del lavoro. Paghiamo l’energia il 35% in più della media europea. Le bollette delle piccole imprese non sono un bancomat ad uso e consumo della transizione energetica delle imprese energivore. Così si va contro le indicazioni europee della transizione energetica giusta. Bisogna eliminare gli oneri che gonfiano le nostre bollette e con il programma RePowerEU nel Pnrr bisogna favorire i nostri investimenti in impianti da fonti rinnovabili”.
L’Assemblea di Confartigianato ha ospitato anche un colloquio con il Presidente della Cei, Cardinale Matteo Zuppi, condotto dalla giornalista Rai Monica Maggioni, nel corso del quale il Cardinale ha condiviso le preoccupazioni del Presidente Granelli per la difficoltà occupazionale che devono affrontare i giovani. “C’è tanta fragilità – ha detto il Presidente della CEI – che tanti vivono e che esprimono chiudendosi, oppure tanti giovani che vanno all’estero. Sono 120mila, tutti gli anni, le persone che vanno fuori dall’Italia, curiosamente sono persone del nord. Il 75% va in Europa. Oggi andare a lavorare a Berlino è diverso da quando andavano i nostri nonni o genitori che andavano in un altro mondo. C’è una maggiore apertura all’Europa ma se ci vanno perché lì guadagnano, e qui no, ci resto male”, ha detto il cardinale. Zuppi è tornato sul problema dell’”individualismo” nella società: “C’è l’io che nutriamo” con “anabolizzanti e tranquillanti”. Invece “non c’è storia: l’io trova se stesso se trova il noi”. “C’è tanta possessività distruttiva come vediamo in tanti casi”: è “l’incapacità di donare perché non c’è l’altro, perché pensiamo di stare bene nutrendo l’io”, ha sottolineato il cardinale. “Quando l’economia va contro la persona” vuol dire che “c’è qualcosa che non va, che va corretto. La dottrina sociale della Chiesa ha sempre al centro la persona“, “l’economia se non ha al centro la persona perde se stessa, impazzisce”. Il Presidente della Cei ha parlato del ruolo dell’artigianato e ha sottolineato: “Il più grande artigiano è il Padre Eterno perché riesce a fare delle cose straordinarie con il poco, comincio da me stesso, che ha”.