Le dichiarazioni del Sottosegretario all’Economia Federico Freni, secondo le quali l’obbligo di spalmare in 10 anni l’utilizzo dei crediti maturati per interventi superbonus sarà applicato alle spese sostenute nel 2024, riducono le gravi conseguenze che l’introduzione senza limiti temporali determinerebbe in capo alle imprese. In caso contrario, il Parlamento, in sede di conversione del decreto-legge n. 39/2024, si assumerebbe la responsabilità di ledere il principio del legittimo affidamento, garanzia imprescindibile per ogni Stato di diritto.
Questo il giudizio di Confartigianato sugli ulteriori interventi legislativi in materia di superbonus.
Secondo Confartigianato, con le ipotesi di rendere obbligatoria la dilazione in 10 anni dei crediti del superbonus con effetto retroattivo, le imprese che, legittimamente, hanno applicato ai propri clienti lo sconto in fattura, vedrebbero venir meno i loro piani finanziari, con la grave conseguenza che, pur vantando crediti nei confronti dell’erario, sarebbero obbligate, comunque, a versare imposte e contributi. Tale situazione determinerebbe inevitabilmente un incremento delle situazioni debitorie non onorate e l’applicazione delle conseguenti sanzioni”.