CONFARTIGIANATO COSENZA – al via la formazione nel settore alimentare
Confartigianato Imprese Cosenza ha in programmazione, nel corrente mese di novembre, presso le proprie sedi territoriali, il corso di formazione obbligatorio per l’abilitazione all’esercizio del commercio dei prodotti del settore merceologico alimentare e all’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande, ai sensi dell’art. 41 della L.R. n. 18/85.
Si sottolinea l’opportunità di una sollecita adesione, considerato l’imminente avvio delle attività formative.
Per informazioni contattare il numero unico su tutto il territorio provinciale: 0984/73955.
GIUSTIZIA – A colloquio con il Sottosegretario Sisto: “Con riforma giustizia per imprese certezza del diritto”
La riforma della giustizia spiegata dall’On. Francesco Paolo Sisto, Sottosegretario alla Giustizia, è stata al centro, dell’ incontro organizzato da Confartigianato con esperti di economia, scienze sociali, politica, imprese, comunicazione per analizzare la situazione economica e sociale del Paese e tracciare le prospettive del futuro post pandemia.
“L’imprenditore – ha sottolineato il Sottosegretario Sisto, collegato in videoconferenza con i rappresentanti del Sistema Confartigianato – ha bisogno soprattutto di certezza del diritto e il Paese ha bisogno di ripartire: sono questi i principi ispiratori della riforma che il Governo sta attuando. Si tratta di una grande sfida, dobbiamo fare presto e bene per recuperare i ritardi dei procedimenti civili e penali che, di fatto, negano il diritto dei cittadini alla giustizia. E’ una grande scommessa sulla quale sono impegnati il Governo e il Parlamento per offrire regole più garantite e garantiste alle imprese”.
A questo proposito, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, nell’introdurre l’intervento del Sottosegretario, ha ricordato che in Italia, a fronte di una spesa per Tribunali di 0,3 punti di PIL, i tempi per la risoluzione di una disputa commerciale sono di 1.120 giorni, a fronte dei 590 giorni richiesti nella media dei maggiori paesi europei. Un record negativo che colloca l’Italia al 122° posto nel mondo e penalizza l’attrattività degli investimenti nel nostro Paese.
“E’ quindi necessario – ha aggiunto il Presidente Granelli – portare a compimento un’ampia riforma della giustizia civile”.
A questo proposito, il Sottosegretario Sisto si è soffermato sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie: arbitrato, mediazione civile, negoziazione assistita. “Strumenti che vanno rafforzati proprio per alleggerire e rendere più fluida l’amministrazione della giustizia”.
Sisto ha poi indicato il disegno di legge in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, approvato il 13 ottobre dal Senato in prima lettura: “Il provvedimento, con un ‘effetto ponte’, consente di traghettare la realtà imprenditoriale verso un sistema giuridico che offra un terreno fertile per un tessuto di imprese sano ed in grado di risanarsi. In questo, segnando il passaggio da un diritto dell’impresa ad un vero e proprio diritto per l’impresa, che sia in grado di portare alla creazione di un ambiente mai ostile alla nascita e alla crescita delle varie realtà produttive e all’attrazione di maggiori investimenti. Con ciò trasformando la crisi determinata dall’emergenza pandemica, drammatica in ogni sua singola ripercussione, in opportunità”.
STUDI – Manifattura italiana più reattiva dopo l’emergenza e la forza dei territori della piccola impresa diffusa
Tra la diverse sfumature della ripresa dell’economia italiana, una particolare rilevanza è data dalla competitività del sistema manifatturiero che riporta le esportazioni al di sopra dei livelli pre-Covid-19, con una intensità maggiore rispetto agli altri paesi dell’Unione europea. Alle maggiori vendite all’estero corrisponde un recupero più accelerato dell’attività produttiva.
L’analisi degli ultimi dati resi disponibili da Eurostat mostra che nei primi 8 mesi del 2021 il valore delle vendite all’estero delle imprese italiane supera del 4,9% quello registrato nello stesso periodo del 2019, sovraperformando la crescita dell’1,3% dell’export tedesco mentre si evidenziano maggiori difficoltà per la Francia, che rimane in territorio negativo (-6,6%). Lo stimolo della domanda estera contribuisce all’attivazione dell’offerta.
I settori, tra recupero e ritardo – Nel dettaglio in tredici settori la produzione del 2021 della manifattura italiana cresce rispetto ai livelli pre-Covid-19 e, contemporaneamente, segnano una performance migliore dei competitor tedeschi. Nel legno la produzione dei primi otto mesi del 2021 sale del +9,4% superiore allo stesso periodo del 2019; seguono le apparecchiature elettriche con +7,2%, vetro, ceramica, cemento, ecc. con +6,7%, computer ed elettronica con 6,6%, mobili con +6,4%, Altre manifatture con +4,3%, bevande con +4,2%, metallurgia con +3,7%, gomma e materie plastiche con +3,7%, alimentari con +1,5%, riparazione macchinari con +1,4%, prodotti in metallo con +1,0% e carta con +0,1%.
La ripresa non è completamente diffusa: segna un ritardo la produzione di autoveicoli (-8,5%) mentre è ancora profonda la crisi della moda, con tessile a -11,1%, pelle a -22,4% e l’abbigliamento a -35,7%, un livello di produzione inferiore di oltre un terzo di quanto realizzato prima della pandemia. In questo settore chiave del made in Italy Nel corso di quest’anno si colgono timidi segnali di reazione, con la produzione del comparto moda che ad agosto 2021, al netto della stagionalità, è del 4,7% superiore ai livelli di fine 2020, registrando un aumento congiunturale della produzione in cinque degli otto mesi dell’anno.
Le chiavi del successo del made in Italy: piccole imprese e territori – Alla migliore reattività della manifattura italiana contribuiscono le micro e piccole imprese che rappresentano il 50,8% dell’occupazione totale, una quota più che doppia del 24,4% della Francia e del 19,7% della Germania. Nel complesso dei settori manifatturieri in recupero – nei quali i livelli di attività sono superiori a quelli pre-crisi – si contano oltre 1,3 milioni di addetti delle micro e piccole imprese manifatturiere, pari al 68,4% dell’occupazione nelle MPI della manifattura.
Nella top ten delle province manifatturiere, Vicenza è quella con la più alta quota di occupazione manifatturiera, pari al 34,8%, davanti ai territori cechi di Stredoceský kraj (31%) e Moravskoslezský kraj (29,6%) e a Brescia (26,4%).
EUROPA – Confartigianato a confronto con la Commissione europea sul pacchetto climatico “Fit for 55”
Presentato a luglio dalla Commissione Europea, il pacchetto di proposte per la riduzione delle emissioni di CO2 “Fit for 55” è stato al centro dell’incontro in streaming del 21 ottobre scorso tra il Capo unità della DG CLIMA della Commissione, Luca de Carli, e i responsabili nazionali di Confartigianato Imprese che seguono i temi di fisco, energia e ambiente, oltre a trasporto, costruzioni e artistico. All’incontro hanno preso parte anche i referenti per i consorzi per l’energia di Confartigianato, CEnPI e CAEM.
Il pacchetto di proposte legislative “Fit for 55” mira a rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti, costruzioni e fiscalità adatte a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, in linea con quanto previsto dalla legge europea sul clima entrata in vigore di recente.
Il pacchetto climatico della Commissione include nuove regole per l’efficienza energetica, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per le emissioni di CO2 del settore dei trasporti e delle costruzioni, e per la tassazione dei prodotti energetici.
Luca De Carli nel suo intervento ha sottolineato come “la CE abbia fissato obiettivi molto ambiziosi, che mirano a permettere all’UE di diventare climaticamente neutra entro il 2050”.
Il Fondo Sociale per il clima intende accompagnare la transizione tramite aiuti economici mirati a favorire l’efficienza energetica e la mobilità green, supportando nello specifico le famiglie e le imprese che subiranno gli impatti negativi indiretti derivanti dall’estensione del sistema ETS (Emission Trading System) al settore dei trasporti e delle costruzioni, previsto tra le proposte.
Confartigianato Trasporti ha evidenziato come il settore “sia già ampiamente penalizzato da numerose misure messe in campo a livello europeo e di come queste non debbano necessariamente tradursi nel definire il settore dei trasporti su strada come la sola causa di inquinamento. Al contrario, a fronte delle ambiziose scelte della Commissione in tema ambientale, in Italia non si può non tener conto del percorso già avviato dalla categoria dell’autotrasporto, prevalentemente costituita da micro e piccole imprese che stanno faticosamente facendo investimenti nel rinnovo del parco mezzi.
L’economia circolare è l’arma principale per abbattere le emissioni di CO2 considerando che a livello globale il 60% delle emissioni deriva dall’estrazione delle materie prime naturali. La riparazione, il riuso e il riutilizzo e la trasformazione dei rifiuti in risorse abbattano il consumo di materie prime naturali e possono fungere da volano per l’economia. Non a caso la CE ha individuato tra le filiere strategiche per l’economia circolare quelle dell’edilizia, del tessile e della plastica dove operano migliaia di micro-piccole e medie imprese.
In definitiva, Confartigianato Imprese reputa tutti gli obiettivi fissati dalla CE importanti, ma indubbiamente ambiziosi. La transizione ecologica è anche sociale e culturale e corre veloce: le istituzioni comunitarie e nazionali devono essere “inclusive” e traghettare nella “giusta transizione” anche le imprese più piccole del tessuto socioeconomico europeo che devono ricevere il supporto necessario per potersi convertire, accrescendone la consapevolezza, con formazione e informazione e contenendo gli oneri finanziari e amministrativi.
GREEN ECONOMY – Tessile, cura del verde e green economy: Rimini è pronta alla 24° edizione di Ecomondo
Rimini si prepara alla 24° edizione di “Ecomondo – The Green Technology Expo”, che dal 26 al 29 ottobre animerà gli spazi della fiera romagnola. Un evento che anno dopo anno ha conquistato la fiducia del settore, fino a diventare l’appuntamento di riferimento per l’innovazione tecnologia e industriale applicata all’economia circolare. Più di 1.400 imprese espositrici, 90mila operatori qualificati da 69 paesi del mondo e oltre 150 workshop organizzati nelle passate edizioni, sono questi i numeri che hanno trasformato l’Ecomondo di Rimini nel principale evento del settore in tutta Europa, il luogo ideale dove confrontarsi per analizzare il presente e impostare la rotta del futuro. Per la prima volta dal 2007, Confartigianato Imprese avrà uno stand di rappresentanza all’interno del padiglione principale della fiera, con istituzioni, start up innovative e altri stakeholder di settore che, come Confartigianato, vogliono accelerare il processo della transizione ecologica e dello sviluppo di un’economia circolare strutturata e radicata in tutto il tessuto economico-produttivo. A cominciare dagli Stati Generali della Green Economy, il tradizionale appuntamento organizzato nell’ambito di Ecomondo che quest’anno celebra la decima edizione, per analizzare i temi economici e normativi legati all’economia circolare, alla green economy e alla creazione di nuove opportunità di sviluppo durevole e sostenibile.
Nell’ambito di Ecomondo 2021, Confartigianato parteciperà a due momenti di confronto. Il primo è all’interno del panel di eventi organizzati dall’Albo Gestori ambientali e sarà dedicato alla “Gestione degli sfalci e delle potature del verde a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 116/2020”. Il secondo, invece, dal titolo “Ecoprogettare, innovare, misurare: il futuro del tessile circolare”, è l’evento creato quest’anno per dare avvio all’Osservatorio Tessile, l’hub pensato per accompagnare imprese e protagonisti del settore oltre la sfida proposta dal D.Lgs 116/2020, che prevede l’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili a partire dal 1° gennaio 2022, anticipando di tre anni i target di sostenibilità fissati dalle direttive europee sull’economia circolare.
STUDI – Oltre 27 mila MPI nella bolla del gas. Quotazioni 5 volte più elevate rispetto 12 mesi prima
L’analisi degli ultimi dati sui prezzi al consumo, pubblicati venerdì scorso dall’Istat, mostrano un’accelerazione dell’inflazione, che sale a +2,5%, trainata dall’incremento del 20,2% dei prezzi dei beni energetici. Nel confronto internazionale proposto dall’OCSE, relativo al mesi di agosto, l’Italia registra un peso della componente energetica sul tasso di inflazione di 1,6 punti, superiore rispetto a Germania (1,2 punti) e Francia (1,0 punti).
Le MPI nella bolla del gas – Sul trend dei prezzi energetici preme l’escalation di quelli del gas. Prosegue la fase rialzista sui mercati del gas naturale che ha portato le quotazioni ai massimi storici, su livelli cinque volte più alti rispetto allo scorso anno. Nel 2021 la condizioni economiche per una famiglia tipo sono del 22,2% superiori a quelle del 2020, da cui si stima un maggiore costo, a parità di consumi, di 3,6 miliardi di euro.
Il peso sul fatturato del costo di acquisto del gas è più elevato per i settori della metallurgia, del vetro ceramica e prodotti per l’edilizia, della carta e della chimica, nel cui perimetro operano oltre 27 mila imprese, che danno lavoro a 169 mila addetti. La bolla del gas colpisce anche le imprese di autotrasporto che utilizzano il GNL.
Lo spread fiscale delle MPI – Sulla competitività delle micro e piccole imprese per il costo del gas grava il gap fiscale con l’Europa, come viene specificato nell’ultima Relazione annuale dell’Autorità: “Ma è soprattutto in termini di imposizione fiscale che le differenze con gli altri paesi restano particolarmente marcate: le imprese più piccole (consumi < 26.000 m3/anno) pagano imposte più elevate rispetto alla media dell’Area euro (+22%, in calo rispetto al +27% del 2019)“.
Dipendenza dall’estero e importazioni – L’Italia registra una elevata dipendenza all’estero per il gas, con un peso delle importazioni nette (import-export) sull’energia disponibile del 95,1% a fronte dell’89,7% della media Ue. Negli ultimi 12 mesi le importazioni di gas tornano a superare i 10 miliardi di euro.