La Commissione europea ha presentato i risultati della valutazione sulla Definizione di PMI, ritenendola ancora attuale e adatta allo scopo. Confartigianato Imprese accoglie con soddisfazione il risultato della valutazione della definizione PMI che è completamente in linea con le ripetute sollecitazioni della Confederazione e di SMEunited e mostra chiaramente che la definizione rimane pertinente ed efficace nel raggiungere i suoi obiettivi. L’attuale definizione copre già il 99,8% di tutte le imprese europee e un ulteriore ampliamento del campo di applicazione porterebbe a considerare ancora più aziende come PMI. Di conseguenza, questo svantaggerebbe le micro, piccole e medie imprese che hanno meno capacità e veramente bisogno di sostegno. Anche il periodo di transizione di due anni durante il quale un’impresa può mantenere il suo status di PMI dopo aver superato le soglie, dovrebbe rimanere invariato.
Sono passati tre anni da quando il Parlamento Europeo approvava una risoluzione sulla definizione di PMI che confermava i criteri principali: numero dei dipendenti, fatturato e bilancio, ma soprattutto chiedeva alla Commissione Europea di non procedere con la modifica della definizione stessa. Accogliendo le sollecitazioni di Confartigianato Imprese e di SMEUnited, la plenaria di Strasburgo aveva respinto l’inclusione delle mid cap (imprese a media capitalizzazione) nella definizione di PMI, evitando così il rischio di pregiudicare gli obiettivi originari della definizione.
La decisione della Commissione di mantenere l’attuale Definizione PMI è in linea con la posizione di Confartigianato Imprese secondo cui le mid-cap non dovrebbero rientrare nell’attuale definizione.
Il sostegno alle mid-caps dovrebbe essere fornito esclusivamente da nuovi finanziamenti e non dovrebbe utilizzare risorse che sono riservate alle PMI. In tal senso la Commissione presenterà nei prossimi mesi una definizione specifica per le imprese di media capitalizzazione.
Confartigianato Imprese aveva avuto modo di esprimere il suo apprezzamento verso la decisione della CE anche in occasione della pubblicazione della Nuova Strategia Industriale Europea, dove la Commissione Europea aveva ribadito come l’attuale definizione di PMI fosse appropriata ai fini della Strategia per le PMI.
In quella occasione Confartigianato indicò la necessità di avere una valutazione d’impatto obbligatoria sulle PMI, in attuazione del principio ‘Think Small Principle’, per tutte le proposte legislative dell’Ue, oltre ad un aggiornamento dello Small Business Act per l’Europa e al riconoscimento dell’importanza delle micro imprese fin dall’acronimo MPMI.
Proprio su questo ultimo punto la Commissione ha evidenziato nella sua valutazione come le tre categorie di dimensioni (micro, piccole e medie) individuate nella definizione siano generalmente considerate pertinenti e appropriate, ma ha sottolineato anche che dallo studio è emersa una richiesta di concentrarsi ulteriormente sulle aziende più piccole (imprenditori unici e aziende con un massimo di 1-3 dipendenti), che sono predominanti in alcuni Stati membri.
Nella valutazione risulta infine che la definizione è ancora rilevante per il suo scopo anche per gli aiuti di Stato, dove una definizione coerente tra i vari set di regole (GBER e linee guida) sarà mantenuta, nonostante la revisione in corso di alcune di esse.