“Sulle nuove regole per gli appalti pubblici non bisogna farsi condizionare da pregiudizi. Il subappalto libero è un argomento su cui Confartigianato si confronta dal 2016 quando è stato proposto per la prima volta. A prescindere dal tetto percentuale che il legislatore sceglierà è imprescindibile che vi siano regole precise e condivise per tutelare i lavoratori, garantire la giusta remunerazione delle imprese e il compimento delle opere. Non è la percentuale del subappalto a condizionare il livello della sicurezza e la legalità”.
Lo sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli in vista del Consiglio dei Ministri che esaminerà il Dl Semplificazioni contenente le misure in materia di appalti.
“Il subappalto libero – sostiene Granelli – impone maggiori competenze sia della stazione appaltante che degli operatori economici; ma invece di far crescere queste competenze, abbiamo passato almeno 5 anni a fare melina intorno a finti obiettivi. La qualificazione delle stazioni appaltanti era il punto centrale della precedente riforma e sulla base di questa erano incardinate alcune semplificazioni che purtroppo si sono tradotte in paralisi del sistema. Basti dire che per realizzare un appalto pubblico infrastrutturale in Italia servono 7 mesi in più rispetto alla media europea e a rallentare i lavori sono i numerosi passaggi burocratici che incidono per il 54,3% sui tempi complessivi per completare le opere. A distanza di 5 anni nulla è cambiato e torniamo a dividerci sugli stessi temi, in un infinito gioco dell’oca. Peraltro, bisogna rispondere ad una procedura di infrazione proprio su questi temi e se non si correggerà la norma corriamo il rischio di vederci decurtare del 5% le risorse del PNRR; investire queste risorse nella qualificazione delle stazioni appalti e nei controlli, anche attraverso gli strumenti della bilateralità artigiana, potrebbe essere la strada giusta”.
“E’ necessario – sottolinea ancora il Presidente di Confartigianato – che il legislatore condivida le strategie e le regole con gli imprenditori. La cabina di regia prevista dal Codice è la sede ideale per farlo”.